Facciamo una
valigia piccola, in fretta, senza sapere bene cosa portare, vista l’ignoranza
in materia di vacanza al mare, mettiamo dentro l’essenziale: costumi, crema
solare e libri.
Venerdì sera
partiamo, e dopo una notte passata in un hotel piuttosto squallido non lontano
dall’aeroporto di Male, sabato mattina prendiamo un sea-plane e andiamo in
paradiso.
Le spiagge da
cartolina esistono, le Maldive esistono e sono incantevoli.
Persino l’acqua
del porto è cristallina e di un azzurro accecante.
Siamo felici e
bramosi di relax. All’aeroporto siamo circondati da italiani, al resort ci
accolgono italiani e ci ritroviamo in Italia senza nemmeno saperlo. Il che ci
va benissimo, visto il numero di aperol spritz consumati in 5 giorni e la
colazione italiana con cornetti e torte.
Ci danno un
upgrade e la nostra casina nell’acqua è un sogno.
Senza indugiare
ci mettiamo il costume, ci facciamo un bagno scendendo dalla nostra veranda
direttamente in acqua e ci addormentiamo beati sotto il sole.
Ci avventuriamo
alla scoperta dell’isola, e dopo 5 minuti di orologio l’abbiamo percorsa tutta,
rifatto un bagno questa volta dalla spiaggia e provato l’amaca nell’acqua,
insomma si sta da Dio.
Torniamo a casa a
prepararci per la cena e perché no anche una seratina romantica, visto lo
stress delle ultime settimane e di quelle che ci aspettano al rientro. Io mi
rilasso, il che per una stitica incancrenita come me è un miracolo e uso il
nostro meraviglioso bagno a contatto con la natura (aperto con doccia all’aria
fresca).
Il water si
blocca. Invece di scaricare, riporta su tutto.
Imbarazzata come
pochi, rientro in camera e chiedo consiglio al consorte sul da farsi.
Riprovo a
sbloccarlo senza successo. E non so come, e nemmeno perché, il consorte si
inalbera quando decido di chiamare la reception, volendo provare lui stesso a
sbloccare il cesso. Il che è ovviamente fuori discussione.
In qualche modo,
tra l’aiuto dello staff, tra un aiuto divino, il cesso si sblocca.
Io mi preparo,
andiamo a cena, con un muso fino ai piedi e a letto di spalle. Day 1 alle
Maldive è andato.
Il giorno dopo,
decido che non posso stare in un resort fighetto, di stampo italiano (e si sa
che gli italiani alla forma ci tengono) e vado a farmi manicure e pedicure (che poi non resisterà nemmeno fino alla fine della vacanza!). Ci
sto più di due ore! Due ore, che avrei potuto passare al sole a bruciarmi
(anche se ci sono riuscita lo stesso e nonostante la protezione 30!). Dopo due
ore riemergo contenta dello smalto viola e vado a casa, dove col consorte ci si
scambia qualche parola a denti ancora stretti, per una discussione che non
aveva motivo di esistere.
Il giorno per
fortuna procede bene, tra sole, mare, aperitivo ed eccitazione per una nuotata
con le mante!
E’ da un mese che
in zona si vedono le mante e lo staff ha organizzato una escursione che
decidiamo di fare con tanto entusiasmo. Ci affittiamo la maschera, le pinne e
tutti contenti ce ne andiamo in barca veloce a cercare le mante. Dopo un’ora di
ricerca in varie zone intorno all’isola, lo staff rinuncia e le mante non si
vedono. Ripieghiamo delusi e con un forte senso di sfiga addosso sullo
snorkelling, che per carità ci ha fatto vedere pesci splendidi e coralli di
color tufo.
Va be’, la natura
è cosi, imprevedibile. Del resto il giorno dopo (e ultimo di vacanza) si
scatena un temporale da paura e forse le mante se l’erano sentito e hanno
deciso di dileguarsi. Per consolarci ce ne andiamo al bar per il consueto
aperol spritz che a questo punto è diventato un must.
Ci portano anche
le pizzette, evvai!
Un pezzettino di
focaccia ha il segno dei denti, di qualcun altro.
Che in un resort
da centinaia di pounds a notte è inaccettabile.
E anche lo spritz
va giù a fatica.
Ma noi ce ne
freghiamo e continuiamo a fare il nostro, ben sapendo che la perfezione non
esiste, e cerchiamo di prendere il meglio. Vogliamo vivercela sta vacanza, il
più possibile, che già dura poco, e poi si ritorna a Singapore.
Facciamo la prova
di respirazione delle immersioni. Ne restiamo ‘flashiatissimi’. Io ho scoperto
uno sport meraviglioso e voglio fare un’immersione, ma ovviamente ci siamo
decisi troppo tardi e con un volo internazionale da prendere, l’immersione va
rimandata. A quando non si sa.
L’ultimo giorno
comincia la sera prima, si scatena un temporale assurdo e la nostra casina
tanto privata che guarda il mare aperto è in balia del vento e delle onde.
Niente bagno il giorno dopo, colazione con il maglioncino, un po’ mi girano, mi
aspettavo qualche ora di sole, ma poi egoisticamente penso che è meglio cosi,
mi sarebbero girati ancora di più andare via e lasciarmi alle spalle una bella
giornata. Ovviamente il sea plane parte lo stesso, nonostante il vento e ci
ritroviamo in aeroporto circa 5 ore prima del check-in.
GoodBye Maldive,
paradiso meraviglioso, resort bellissimo nonostante la stitichezza di shampoo e
gel doccia e pizzette mangiucchiate.
Andiamo a farci un
giro a Malè con una guida locale che parla l’italiano benissimo.
Amici stranieri,
non è vero che l’italiano si parla solo in Italia, si parla anche in resort di
lusso dove donnine di mezza età combattono il tempo a siringate di botox nelle
labbra e a costumi minuscoli, cosi infra da non vedersi proprio.
Dicevamo,
passiamo qualche ora in giro a Malè sotto la pioggia battente, che mi “sponza”
i piedi e mi arriccia i capelli in modo inguardabile. Riusciamo a farci fregare
in un negozietto locale e compro una collanina di ‘coralli’. Va be’ l’unica
consolazione è che almeno contribuisco all’economia locale, oltre che a fare
arricchire un europeo, padrone del resort.
Partiamo in
serata, dopo aver mangiato un panino al Burger King (dopo anni di voluta
astinenza) e torniamo a casa con la voglia ancora intatta di relax, sole e
mare, il telefonino pieno di foto di un paradiso meraviglioso e non troppo
lontano.
Eccoci qui a
Singapore, dove il caldo mi rende i capelli ‘barbieci’ (stoppa pura, come una
bambola, peccato non averci il fisico di barbie) e i pori del viso cosi aperti
che sembrano boccucce di pesciolini in cerca di ossigeno in questo caldo umido
da post-monsone.
Ora della vacanza
mi restano i brufoli, che puntualmente arrivano dopo il sole.
E un ricordo
bellissimo.
Io alle Maldive
ci torno di sicuro.
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